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Pacchetto Omnibus: quali sono le novità per il settore immobiliare?
marzo 21, 2025 10 Minuti Read

Continua a leggere per conoscere i dettagli delle modifiche proposte alla legislazione e per scoprire come queste proposte potrebbero influenzare gli investitori immobiliari e le imprese.
Introduzione al pacchetto Omnibus
A sostegno della normativa Green Deal, negli ultimi anni l'Unione Europea ha introdotto una serie di nuove direttive volte a migliorare la trasparenza aziendale e stimolare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità in tempi rapidi. Oltre a sostenere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e altri traguardi sociali e ambientali, queste iniziative mirano a proteggere gli investitori dai rischi climatici e di sostenibilità e a consentire ai responsabili politici e ai consumatori di compiere scelte informate basate sugli impatti sociali e ambientali delle imprese.Tuttavia, il recente rapporto Draghi sulla competitività dell'UE ha evidenziato diversi problemi con le direttive, tra cui l'onere sproporzionato che potrebbero imporre alle PMI e alle piccole imprese a media capitalizzazione. La proposta Omnibus mira fronteggiare questi problemi e a migliorare la capacità dell'Unione Europea di competere efficacemente nell'economia globale.
La Commissione Europea stima che le modifiche introdotte dall'Omnibus faranno risparmiare alle aziende circa 6,3 miliardi di euro all'anno, oltre a significativi risparmi una tantum sui costi relativi all'impostazione dei processi di reporting e assicurazione.
Potenziali impatti per investitori del settore immobiliare e imprese
Una condivisione trasparente e di alta qualità sulla sostenibilità aziendale è fondamentale per gestire il rischio sia per gli investitori immobiliari che per le aziende locatarie. Sebbene gli obblighi di rendicontazione possano cambiare per molte aziende, il business case per le prestazioni ambientali, la responsabilità sociale e la governance trasparente è comunque più rilevante che mai.
Copertura ridotta e maggiore tempo per la preparazione
- Molti investitori a piccola e media capitalizzazione saranno ora esentati dalla Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) per via dell'aumento delle soglie finanziarie e di quelle riguardanti il numero di dipendenti. Per le grandi aziende che attualmente non sono tenute a presentare una dichiarazione ai sensi della CSRD, c’è un margine maggiore (di due anni circa) prima che diventi obbligatorio uniformarsi. Tuttavia, tutte le aziende che hanno già presentato un rapporto CSRD saranno tenute a continuare la condivisione di dati.
- Cambiano anche le tempistiche della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) che si applicano alle grandi imprese dal 2028, anziché il 2027.
- In attesa che le revisioni siano finalizzate, le imprese devono anche affrontare gli obblighi di conformità esistenti, poiché 15 Stati membri hanno già recepito tali obblighi di comunicazione nella legge. In Italia la CSRD è stata recepita il 10 settembre 2024.
Comprendere gli impatti, i rischi e le opportunità della sostenibilità
- Il principio fondamentale degli obblighi di rendicontazione – doppia materialità (che considera gli impatti ambientali e sociali, più i rischi e le opportunità per l'entità che redige il bilancio e che derivano dal loro business) – rimane invariato. Le imprese che rientrano nell'ambito di applicazione e i loro partner commerciali diretti, che continueranno a coprire una quota significativa dell'economia globale, dovrebbero effettuare valutazioni di materialità come best practice per creare valore a lungo termine, gestendo al contempo i rischi climatici e altri rischi di sostenibilità.
- Le prime aziende a intraprendere una valutazione di doppia materialità dispongono ora di preziose informazioni sui rischi finanziari e sulle opportunità che le questioni di sostenibilità presentano per il loro business e per i loro stakeholder. Condurre una valutazione di doppia materialità può rafforzare le relazioni tra investitori e stakeholder e sostenere la resilienza aziendale, anche se gli obblighi di rendicontazione CSRD sono stati posticipati.
- Le revisioni della Direttiva CSDDD sono ora allineate con le linee guida della CSRD per i piani di transizione climatica (laddove in precedenza i piani di transizione dovevano essere "attuati", devono ora includere invece "piani di attuazione"). Dato l'aspetto sostanziale delle emissioni del settore immobiliare e della sua catena di approvvigionamento, la maggior parte delle aziende dovrebbe comunque preparare un piano dettagliato di transizione climatica per i propri portafogli immobiliari.
Riduzione dei requisiti per la raccolta e presentazione dei dati
- La proposta Omnibus include una raccomandazione per rivedere gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) per ridurre sostanzialmente il numero di parametri e informazioni qualitative richieste. Gli standard attuali ESRS includono metriche obbligatorie che possono essere difficili da raccogliere, a causa delle numerose parti coinvolte negli scambi di dati durante i progetti immobiliari (proprietari, inquilini, Property Manager, Facility Manager, costruttori e sviluppatori e altre ancora).
- Le divulgazioni di dati incluse nell'ESRS rimangono fondamentali per comprendere le prestazioni di sostenibilità. Le metriche e le politiche pertinenti dovrebbero essere gestite come una questione di buona prassi per ottimizzare le operazioni, gestire i rischi e comunicare le prestazioni. Gli investitori immobiliari e le aziende locatarie che hanno investito tempo e risorse nel miglioramento dei loro processi di raccolta, gestione e rendicontazione dei dati in linea con l'attuale CSRD dovrebbero considerare come sfruttare questi sforzi per creare valore e usarli come differenziatori.
- Gli investitori immobiliari e i conduttori che rientrano nell'ambito di applicazione della CSDDD sarebbero tenuti a condurre la due diligence solo per i fornitori diretti (Tier 1), a meno che non vi sia un rischio noto più in profondità nella catena di approvvigionamento. Inoltre, le aziende saranno tenute ad aggiornare meno frequentemente la due diligence e le politiche sulla catena di approvvigionamento (ogni cinque anni anziché ogni anno).
- Le imprese che non rientrano più nell'ambito di applicazione della CSRD dovrebbero valutare i vantaggi derivanti dall'adozione dello standard volontario di rendicontazione per le PMI raccomandato nella proposta Omnibus. Molte hanno già iniziato a prepararsi per la rendicontazione richiesta dalla CSRD e lo standard volontario di rendicontazione per le PMI servirà come mezzo per gestire le richieste di informazioni da parte dei loro partner, limitando la portata di ciò che può essere richiesto.
Accesso alla Finanza ‘Green’
- Molte istituzioni finanziarie e diverse banche nazionali utilizzano ora l'EUT (Tassonomia Europea) come parametro di riferimento per i prestiti e gli investimenti sostenibili. La valutazione dell'allineamento totale e parziale con l'attuale tassonomia e, quando sarà applicabile, con versioni aggiornate della tassonomia, può aiutare i fondi immobiliari a promuovere investimenti più sostenibili in un'economia a basse emissioni di carbonio, anche su base volontaria.
- Le semplificazioni della Tassonomia Europea alleggeriranno ulteriormente l'onere dei requisiti di trasparenza, ma i criteri di screening tecnico devono ancora essere rivisti.
Cosa accadrà ora?
Sia il Parlamento europeo che il Consiglio europeo devono approvare le modifiche proposte dalla Commissione e potranno essere negoziate ulteriori modifiche. Questo processo può richiedere mesi o addirittura anni. Una volta adottata la direttiva, gli Stati membri avranno a disposizione un anno per recepirla nella normativa nazionale.
CBRE collabora sia con gli investitori immobiliari che con le aziende che affittano e vivono gli spazi per comprendere i rischi dei cambiamenti normativi e aiutarli a conformarsi alle nuove direttive. Abbiamo riscontrato che con un miglioramento dei processi di raccolta e gestione dei dati, i nostri clienti si sentono più informati e in grado di navigare nel panorama normativo in evoluzione.
Nonostante i dettagli della versione finale del Sustainability Omnibus non siano ancora pubblici, è chiaro che la Commissione Europea abbia cercato un compromesso tra la riduzione degli oneri amministrativi per le aziende e l'aumento dei rischi a causa della ridotta trasparenza.
Gli investitori e gli occupier dovrebbero continuare ad applicare i principi guida delle direttive coperte dall'Omnibus – trasparenza, responsabilità e azione – alle loro attività immobiliari, con l'obiettivo di generare valore, mitigare il rischio e accelerare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio.

Riassunto delle proposte
Contatti
Dragana Marina
Head of Research and Data Intelligence, Denmark & Sustainability Research Lead, Continental Europe